L’errore di Google

“E’ stato un errore umano”: è questa la spiegazione di Google ai problemi riscontrati da milioni di navigatori che hanno usato il motore di ricerca tra le 15.30 e le 16.25 del 31/01/2009 (le 6.30 e le 7.25 sulla costa Pacifica). Sul blog del motore di ricerca è stato pubblicato il “post” con le spiegazioni e le scuse di Google. “Il messaggio comparso nel periodo in questione, che indicava qualunque sito risultato di una ricerca come sospetto e a rischio di contenere materiale pericoloso, è stato chiaramente un errore”, ha spiegato in serata il blog di Google.

“Quel messaggio compare per i siti che vengono dichiarati a rischio dopo un controllo accurato da parte di un’organizzazione no-profit, la StopBadware.org; proprio per la sua delicatezza la lista dei siti a rischio viene gestita manualmente e non dalle macchine”. A quanto pare l’inserimento in questa lista di un valore che comprende tutti gli indirizzi Internet, la “\”, ha determinato il problema, mandando in tilt anche il sito di controllo del malware, StopBadware.org. Il problema, precisa il colosso di Mountain View, é stato prontamente corretto.

D’altro canto questa organizzazione, la StopBadware.org, ha una sua teoria sull’accaduto, leggermente diversa; ma si sa, ubi maior minor cessat.

“La mole di dati ha fatto sì che per il ritorno alla normalità ci volesse parecchio tempo. Il prolema è durato circa 40 minuti”. Una quarantina di minuti durante i quali i navigatori si sono sentiti impreparati allo scivolone di questo punto fermo della rete, dagli USA all’Europa. Google si ripromette di “irrobustire le procedure di controllo, per evitare il ripetersi di questo problema”.